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Marijuana, riconoscimento di pattern e cosa significa essere “High”

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Riuscite a vedere un dalmata?

Riuscite a vedere un dalmata?

“Capire vuol dire percepire degli schemi.”

Isaiah Berlin, filosofo, 1909-1997

“Fintanto che l’abitudine e la routine dettano gli schemi di vita, le nuove dimensioni dell’anima non potranno emergere.”

Henry van Dyke, autore e scrittore di novelle, 1852-1993

L’importanza del riconoscimento di pattern

Quando parliamo di pattern o riconoscimento di pattern, tendiamo a pensare ad una semplice immagine visiva, come una coperta a strisce. Ma le nostra abilità di riconoscere pattern sono molto più sofisticate del semplice riconoscimento di disegni di base come quelli. Possiamo riconoscere visivamente e distinguere tipi di alberi, macchine o, ad esempio, lo stile pittorico di Edgar Degas. Percepiamo non solo schemi visivi presenti nel nostro ambiente, ma anche schemi uditivi, nei suoni e nella musica; percepiamo lo schema tattile di una superficie di lana, lo schema gustativo del mango, e possiamo “riconoscere” intellettualmente schemi come, per esempio, quelli tattici utilizzati da un avversario in una partita a scacchi. Riconosciamo facilmente migliaia di volti umani, seppur mutevoli nel tempo, e riconosciamo luoghi e oggetti, perfino in condizioni di illuminazione differenti.   Possiamo riconoscere gli schemi uditivi caratteristici di una vespa che vola, il rombo di una Porsche 911, o lo stile inimitabile del leggendario pianista Dinu Lipatti che interpreta un valzer di Chopin. Gli schemi sono ovunque e la loro percezione, memoria e riconoscimento sono fondamentali per la nostra sopravvivenza.

 

Aumento della capacità di riconoscimento di pattern durante un “high” da Marijuana

Vi sono numerose testimonianze di consumatori di marijuana circa l’aumento della capacità di riconoscere vari tipi di pattern.  Il professore di psicologia di Harvard, Charles Tart, nel suo studio “On Being Stoned”, ha valutato l’aumento del riconoscimento di pattern come un effetto caratteristico osservato dagli utilizzatori di marijuana durante i loro “high”. Circa un terzo degli studenti interrogati ha concordato con la seguente affermazione, definendola corretta per “high” forti o molto forti:

“Posso vedere schemi, forme, figure, disegni magnifici in materiale visivo che non ha alcuna forma particolare quando non sono “high” e normalmente rappresenta solo una serie di forme e linee insignificanti”. [1]

Dallo studio di Tart emerge che gli utilizzatori di marijuana non solo riferiscono un aumento della capacità di  riconoscimento di pattern per gli schemi visivi, ma anche per la percezione di tutti gli altri tipi di pattern percepiti attraverso gli altri canali sensoriali. Io stesso ho ripetutamente notato che durante il mio stato di alterazione (“high”) capivo meglio le lingue straniere, un fatto notato anche da altre persone che contribuiscono al progetto del sito Web di Lester Grinspoon marijuana-uses.com (vedi “Lady Chatterley Stoned” e “Some experiences With Language and Learning”). Un altro collaboratore anonimo, “Rob”, descrive come sotto alterazione riconosca, nel suo modo di camminare, uno schema di “rigidità” dovuta dalla timidezza:

“Sono stato anche fortunato ad essere alterato quella sera, molti neofiti, la prima volta che fumano non sentono questo stato di alterazione. Ho avuto un’illuminazione incredibile mentre tornavo a casa. Mentre passeggiavo lungo un viale alberato conversando con un amico, ho sentito una rigidità imbarazzante nel mio andamento, realizzando ad ogni passo una rigida timidezza. Da quel momento ho cambiato il mio modo di camminare, in maniera meno imbarazzata, facendo passi più lunghi e silenziosi.”

L’esperienza di Rob dimostra ciò che molti riferiscono circa un aumento del riconoscimento di pattern durante un alterazione, oltre a uno spostamento dell’attenzione. Rob non è più partecipe alla conversazione, ma è attento al suo corpo e al suo modo di camminare; ciò gli ha permesso di percepire un pattern di cui prima non era a conoscenza. Altri consumatori di marijuana hanno segnalato simili processi di riconoscimento di pattern, nell’ambito dei quali hanno spostato la loro attenzione dal contenuto verbale di una conversazione al linguaggio del corpo del proprio interlocutore.

 

Perché riconosciamo nuovi pattern durante un “high”?

Sono sicuro che ci sono molte più alterazioni nei processi cognitivi sotto effetto di marijuana che consentono agli utenti di percepire meglio pattern di cui non erano a conoscenza.  La focalizzazione della loro attenzione sotto effetto aiuta molte persone ad una più acuta percezione di pattern in tutte le loro occupazioni. Inoltre, un incremento della memoria episodica, probabilmente aiuta a “riconoscere” pattern simili ad altri pattern già visti; se ricordo meglio l’ultimo incontro con un cane Dalmata, questo ricordo mi aiuterà a riconoscere meglio la figura di un Dalmata in una fotografia.

Riuscite a vedere un dalmata?Da un punto di vista neurologico, più profondo, nel mio libro “High.  Insights on Marijuana” (dogear publishing 2010) sostengo che la marijuana porti ad un effetto sinestetico (o, a dosi inferiori, ad un effetto a “pre-sinestetico” ) che, secondo il neuroscienziato Vilayanur Ramachandran gioca un ruolo maggiore nella spiegazione del riconoscimento di pattern.

La storia di Rob, riportata qui sopra, illustrata bene anche che il riconoscimento di pattern gioca un ruolo maggiore nella trascendenza del pattern stesso. Rob ha dovuto prima capire che la sua camminata in realtà segue un pattern capace di rompere una decisione presa coscientemente, se sente di volere abbandonare questo pattern.  Infine, un’alterazione da marijuana non solo permette di percepire nuovi pattern in natura, musica, arte, nel lavoro della società, nel comportamento proprio o di altri. Inoltre gli ha permesso di rompere uno schema indesiderato e precedentemente inconscio. Questa non è solo una delle più importanti condizioni per la nostra creatività, ma anche, un inesauribile fonte di crescita personale. Un’alterazione da marijuana può portare a capire che si segue uno schema di routine nel fare l’amore e ti aiuta a trascenderlo. Potreste scoprire di seguire una routine appresa quando si tratta di questioni familiari o di reagire allo stress in maniera sbagliata. Se usate la marijuana in maniera appropriata, se imparate a gestire la sua alterazione, allora vi potrà aiutare a capire e stare lontani da comportamenti e schemi di comportamento non salutari; ecco perché la marijuana può essere utile nel trattamento della dipendenza e può aiutarvi a crescere come persone.

 

Cosa significa essere “High”?

La marijuana può alterare la vostra coscienza in una maniera tale da permettervi di avere una prospettiva diversa degli schemi della vita, come se vi steste osservando dall’altro, per vedere e valutare la nostra vita e la vita degli altri in maniera privilegiata. Potete vedere schemi diversi nella vita e nella realtà, schemi che si manifestano nello tempo e nello spazio, schemi che normalmente sono invisibili ai vostri occhi.

Il film Koyaanisqatsi utilizza gli intervalli di tempo per svelare gli schemi ricorrenti della vita quotidiana. Per esempio, mostra la vista di una lunga via cittadina attraverso l’occhio di un uccello, con automobili che superano semafori sincronizzati.

manhattan by nightQuello che vediamo è una danza su un ritmo meccanizzato. Capiamo che stiamo tutti danzando a questo o ad altri ritmi, senza più accorgercene. La marijuana può darvi una simile prospettiva nuova degli schemi della vita. E’ come se steste guardando il vostro vicinato dalla vetta di una collina, realizzando lo schema generico nel quale voi e le persone a voi vicine trascorrete le vostre vite, il quelle “little boxes on the hillside, little boxes made of ticky-tacky, (…) little boxes all the same”, come Malvina Reynolds un tempo ha espresso in quella che sarebbe diventata la canzone della famosa commedia “Weeds”.

Forse questa sensazione euforica ed elevata di vedere gli schemi della vita da questa prospettiva “high”, per poi trascenderli, rappresenta l’ispirazione che sta dietro il termine “high” stesso. Per me essere “high” ha sicuramente questo significato.

 

 

 


[1]

Tart, Charles T. (1971). On Being Stoned: A Psychological Study of Marijuana Intoxication. Palo Alto, Cal.: Science and Behavior Books, p. 71.


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